Giungendo al solatio versante montano che ospita Toceno, si incontra dapprima l’antico oratorio di Sant’Antonio da Padova, posto lungo la strada. Accoglie il visitatore con il portichetto a due colonne e pavimento lastricato e presenta in facciata le consuete finestrelle devozionali che affiancano il portale d’ingresso. Un piccolo campanile si imposta direttamente all’angolo sud occidentale del tetto in piode, mentre alcune cappelle di una via crucis settecentesca lo contornano sui lati occidentale e settentrionale. Lungo il lato meridionale dell’edificio si conservano un affresco con la Pietà, dei maestri Seregnesi (fine XV secolo), e lo stemma del vescovo Arcimboldi.
S. Antonio nacque a Lisbona nel 1195 quindi, sebbene venga comunemente chiamato “Sant’Antonio da Padova”, questa denominazione non indica la sua originaria provenienza, bensì il luogo dove la sua attività fu più significativa e dove morì. Nel 1221 conobbe San Francesco che, ammirato della sua dottrina, lo chiamò “il mio vescovo”. La sua fama di santità e la forza di convinzione della sua predicazione lo spinsero a spostarsi in tutta Italia, mentre si diffondeva notizia dei suoi miracoli. La Chiesa nella persona del papa Gregorio IX, in considerazione della mole di miracoli attribuitagli, lo canonizzò dopo solo un anno dalla morte nel 1232. Viene raffigurato con il saio francescano e, sovente, anche con un libro tra le mani, segno della sua dottrina, o con il Bambino in braccio. Si festeggia il 13 giugno.