Salendo da Druogno alla frazione di Albogno si incontra l’oratorio di San Michele, proprio all’ingresso del paese, ben evidente nella sua architettura semplice con tetto a capanna e finestra in facciata, affiancato dal piccolo cimitero.
La facciata è inoltre protetta da un portico a tre arcate sostenute da colonne. Svetta sulle case del piccolo nucleo abitato il campanile, che si erge direttamente sul tetto della chiesetta ed è dotato di un concerto di cinque campane, fuse dalla ditta Barigozzi di Milano nel 1911, ciascuna delle quali è dedicata ad un santo e reca l’indicazione del momento liturgico in cui deve essere suonata (campana di San Giuseppe: piango, prego pace ai defunti; campana di San Luigi: adoro Gesù Sacramentato; comincio le Funzioni; campana del Sacro Cuore di Gesù: ricordo il precetto festivo; campana di Maria Immacolata: Suono l’Angelus; invito a messa; campana di San Michele, cantiamo e benediciamo il nome di Dio).
La comunità di Albogno ebbe un proprio oratorio almeno dal secolo XV, forse fatto costruire per iniziativa di nobili della famiglia De Rodis - Baceno che in Vigezzo avevano estesi possedimenti e vantavano diritti di decima. Un importante documento del 1595 rivela che la comunità di Albogno aveva istituito una cappellania allo scopo di avere un sacerdote che celebrasse la Santa Messa e provvedesse all’educazione della gioventù del luogo. Quando era parroco di Druogno don Vincenzo Berta, che per le sue idee repubblicane rischiò di essere fucilato con i patrioti della Repubblica Cisalpina venuti ad occupare l’Ossola nel 1798, si rinnovarono le convenzioni fra la comunità e il parroco circa la cappellania. Con il tempo i proventi della cappellania però diminuirono e fu sempre più difficile trovare un parroco che se ne volesse occupare.