La chiesa di S. Maurizio di Re risale ad epoca anteriore al 1300, poiché tra il 1323 ed il 1367 la chiesa, già esistente, diviene parrocchia autonoma separandosi dalla quella di Malesco. Il primo edificio doveva essere assai semplice e modesto, caratterizzato dalla presenza in facciata di una pittura raffigurante la Madonna del Latte eseguito da un anonimo pittore tra fine ‘300 e inizio ‘400. Il miracolo che avvenne presso questa imagine nel 1494 (si vedano le informazioni sul successivo pannello 32) diede inizio ad una profonda e sempre crescente devozione per la Madonna, detta da quel momento “del Sangue”, in onore della quale la chiesa di S. Maurizio in seguito venne ingrandita. L’ampliamento, che comportò una pressoché totale ricostruzione con l’inclusione dell’effigie della Madonna in un altare centrale, fu realizzato su stimolo del vescovo Bascapè e risulta già avviato nel 1609, per concludersi con la consacrazione nel 1627.
Il monumentale campanile fu costruito tra il 1699 e il 1703.
Arte
La chiesa è ad una navata in ordine corinzio, con pavimento a scacchiera in marmo bianco della Val Loana e pietra ollare scura. Presenta la particolarità di avere tre altari in sequenza: al centro gli altari della Madonna del Sangue con l’antica effigie e quello delle reliquie, e, al fondo del presbiterio, l’altare di San Maurizio. L’altare della Madonna del Sangue, circondato da una balaustra, è in marmi policromi e presenta forme barocche settecentesche – fu costruito in sostituzione del precedente nel 1773. Sul retro del medesimo ciborio marmoreo si trova un altare simmetrico, con un tabernacolo contenente le reliquie, l’ampolla e i panni che assorbirono il sangue del miracolo. Al di sopra, sempre a fine Settecento, fu costruita una cupoletta, dipinta dal pittore ticinese Giuseppe Torricelli con l’Incoronazione della Vergine. Al fondo dell’edificio si trova infine l’altare di S. Maurizio, dominato dalla pala del Santo patrono dipinta da Lorenzo Peretti, mentre sulle pareti laterali due tele raffigurano l’Ultima Cena e S. Paolo sulla via di Damasco. Il coro ligneo è opera d’intaglio del maestro aronese Andrea Grifanti (1620). Gli affreschi racchiusi nelle cornici barocche della volta del presbiterio con l’eterno Padre al centro e gli evangelisti nelle vele sono di Carlo Mellerio e datano al 1652-1654.
Nel 1806 infatti il mecenate Francesco Maria Borgnis Bolongaro di Santa Maria Maggiore incaricò Lorenzo Peretti di dipingere le figure dei Santi Maurizio e Giorgio in facciata e tondi con angeli musicanti nelle volte del portico.
Devozione
San Maurizio fu, secondo il racconto agiografico, un generale dell’impero romano, a capo della leggendaria legione Tebea egiziano-romana che in seguito al rifiuto di intraprendere azioni punitive contro i cristiani sarebbe stata martirizzata durante la decima persecuzione di Diocleziano. Il luogo dell’eccidio, allora noto come Agaunum in Raetia, è attualmente Saint Maurice-en-Valais, in Svizzera, dove si trova un’abbazia dedicata al santo. Maurizio viene raffigurato tradizionalmente nella sua armatura, ed in Italia si aggiunge una croce rossa sul suo scudo, che rimanda alla nobile dinastia dei Savoia, che promosse il culto del santo. Il legame tra San Maurizio ed il casato sabaudo culminò nel 1434 con la fondazione da parte del duca Amedeo VIII di un ordine cavalleresco a lui dedicato. Il duca fece inoltre traslare da Saint-Maurice a Torino parte delle reliquie del capitano della Legione Tebea, nonché la sua spada, la croce e l’anello, oggi ancora conservati nella cappella della sindone. San Maurizio è considerato, oltre che patrono della Casa Savoia, di diversi ordini cavallereschi e dei soldati, in particolare degli Alpini, la sua festività ricorre il 22 settembre, tuttavia a Re si festeggia la patronale il 15 gennaio, anniversario della traslazione delle reliquie del santo da St. Maurice a Torino.