A Dissimo è documentata l’esistenza di un oratorio da tempi antichi, almeno dal XV secolo; inizialmente dedicato alla Madonna di Loreto, mutò in seguito il titolo in S. Caterina d’Alessandria. Fin da 1568 i fedeli di Dissimo ottennero di avere un proprio fonte battesimale e un proprio cimitero. In seguito avanzarono istanza perché la loro chiesa venisse riconosciuta come parrocchia autonoma e la separazione dalla Parrocchia di Re fu concessa nel 1578.
Nel 1584 si avviò la ricostruzione della chiesa, che venne completata e consacrata dal vescovo Bescapé nel 1603. Un ampliamento fu realizzato in seguito nel 1701.
Arte
L’edificio presenta una semplice pianta rettangolare. L’altare maggiore è arricchito da un piccolo tabernacolo marmoreo. Il grande telerio al fondo del presbiterio raffigura santa Caterina come una bellissima giovane, nel momento in cui gli angeli la trasportano sul Sinai, e Sant’Antonio da Padova, compatrono di Dissimo, mentre parla con i pesci.
La volta a botte dell’edificio è completamente affrescata con motivi a cornici e girali vegetali in grisaille, inframmezzati da medaglioni con l’Agnello sacrificale, Angeli incensieri con il turibolo e il grano, e figure di Santi.
La chiesa accoglie due altari laterali: sull’altare lungo la parete meridionale si trova un’interessante tela seicentesca con l’Angelo annunciante che appare a S. Giuseppe, e, nella medesima cappella, una tela con la Fuga in Egitto.
L’altare lungo la parete settentrionale è invece dedicato alla Madonna del Rosario, la cui statua è conservata in una teca.
Devozione
La tradizione descrive Caterina come una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili, abitante ad Alessandria d’Egitto. Qui, nel 305, arrivò Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria. Per l’occasione si celebrarono feste grandiose e sacrifici alle divinità pagane. Caterina invitò Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell’umanità e rifiutò il sacrificio. Non riuscendo a convincere la giovane a venerare gli dèi, Massimino le propose il matrimonio. Al suo rifiuto la condannò a una morte orribile: una grande ruota dentata avrebbe dovuto fare strazio del suo corpo. Un miracolo la salvò: la ruota si ruppe. Il governatore la fece quindi decapitare. Secondo la leggenda gli angeli portarono miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l’altura vicino a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin.
La santa, che viene rappresentata di solito con una ruota spezzata come simbolo identificativo, viene festeggiata il 25 novembre.