La data di consacrazione del cimitero (1568) offre un terminus post quem per la datazione dell’oratorio di Sant’Antonio da Padova, che appare di forme architettoniche pienamente seicentesche. Al Seicento ed ai secoli successivi risalgono anche le opere artistiche. Negli anni Sessanta del Novecento il decoro pittorico è stato restaurato dal pittore Carlo Mattei di Crana, grazie ad una raccolta di fondi effettuata dagli abitanti di Dissimo.
Arte
L’oratorio è caratterizzato dalle numerose immagini del santo cui è intitolato, a partire dalla facciata sulla quale campeggia la figura di S. Antonio con i suoi simboli caratteristici (il giglio, il libro e il Bambin Gesù in braccio) in un dipinto datato 1831. All’interno ritroviamo la figura del santo nella statua bronzea sull’altar maggiore e nel decoro dell’altare stesso, il cui paliotto, realizzato in scagliola policroma, reca al centro un medaglione con il santo.
Le volte e le pareti sono interamente affrescate con cornici ed elementi vegetali, tra i quali prevale il fiore del giglio, simbolo di purezza sovente associato alla figura di S. Antonio da Padova, inframmezzate da medaglioni con oggetti liturgici e simboli.
Devozione
S. Antonio nacque a Lisbona nel 1195 quindi, sebbene venga comunemente chiamato “Sant’Antonio da Padova”, questa denominazione non indica la sua originaria provenienza, bensì il luogo dove la sua attività fu più significativa e dove morì. Nel 1221 conobbe San Francesco che, ammirato della sua dottrina, lo chiamò “il mio vescovo”. La sua fama di santità e la forza di convinzione della sua predicazione lo spinsero a spostarsi in tutta Italia, mentre si diffondeva notizia dei suoi miracoli. Si ricorda anche che il Bambino Gesù in persona gli fece visita quando stava per morire. La Chiesa nella persona del papa Gregorio IX lo canonizzò dopo solo un anno dalla morte nel 1232.
Si festeggia il 13 giugno e questa ricorrenza è la più sentita a Dissimo e viene celebrata con una solenne processione in cui la statua del santo viene trasportata dall’oratorio alla Parrocchiale e qui lasciata per 15 giorni.