Durante l’epidemia di peste del 1513 venne costruito dai maleschesi un lazzaretto nel luogo chiamato al “Gabbio” al di là del fiume: gli abitanti chiesero l’intercessione della Vergine e questa ascoltò le loro preghiere. Terminata la pestilenza venne quindi costruito in quel luogo un piccolo Oratorio, decorato con una bella immagine della Madonna delle Grazie. In seguito, a motivo della grande devozione, venne progettata e proposta al vescovo la realizzazione di un edificio più ampio, che venne costruito tra il 1723 e il 1727. Inizialmente i lavori di edificazione procedettero velocemente, grazie alla fornitura del materiale da parte del Comune e per il fervore dei fedeli volontari. Ma, a un certo punto, il vescovo dovette assicurare cento giorni d’indulgenza in cambio del lavoro gratuito, perché il “cantiere” languiva. Il portico chiuso in facciata fu costruito nel 1737.
A causa della sua vicinanza al fiume, l’oratorio è stato in parte danneggiato nell’apparato decorativo dall’alluvione del 1978.
Arte
L’esterno si presenta semplice e spoglio. Due colonne in pietra sorreggono la grande cancellata dell’entrata. Sul lato ovest sporge una piccola cappella che ospita la sacrestia, mentre sul tetto si innalza un campanile. L’interno ad una sola navata conserva una ricca decorazione a stucco, eseguita dal valsesiano Antonio Tamiotti, e affreschi settecenteschi, opera di Giuseppe Mattia Borgnis di Craveggia, che rappresentano, sopra l’altare, la morte di S. Giuseppe, nella volta lo Spirito Santo con angioletti e medaglioni con i SS. Antonio da Padova, Francesco da Paola, Lucia e Caterina d’Alessandria; nella volta della navata la Gloria della Vergine con San Giuseppe in una corona di Santi e, nei medaglioni, i Quattro Evangelisti.
L’altare maggiore marmoreo accoglie l’antica immagine della Madonna delle Grazie, risalente agli inizia del Cinquecento e, sotto la pietra d’altare, è posto il sepolcro con le ossa di San Giovanni Bono Arcivescovo di Milano.
Il pavimento del coro, opera del comasco Giacomo Parane, è in marmo bianco della Val Loana e scura pietra ollare.
Devozione
L’oratorio della Madonna del Gabbio è dedicato alla Madonna delle Grazie e a S. Giuseppe. Madonna delle Grazie è un titolo tradizionale col quale la Chiesa cattolica venera Maria, madre di Gesù. Il titolo va inteso sotto due aspetti: da un lato Maria Santissima è colei che porta la Grazia per eccellenza, cioè suo figlio Gesù, quindi Lei è la “Madre della Divina Grazia”; dall’altro Maria è colei che, intercedendo per noi presso Dio, fa sì che Egli ci conceda qualsiasi grazia. Specialmente il secondo aspetto è quello che ha fatto breccia nella devozione popolare: Maria appare come una madre amorosa che ottiene tutto ciò che gli uomini necessitano per l’eterna salvezza. Tale titolo nasce dall’episodio biblico noto come “Nozze di Cana“: è Maria che spinge Gesù a compiere il miracolo, e sprona i servi dicendo loro: “Fate quello che Lui vi dirà”.
La Madonna delle Grazie viene festeggiata all’Oratorio del Gabbio l’ultima domenica di settembre. La festa è preceduta nella sera del sabato da una processione con fiaccolata e dall’accensione di un grande falò. Le celebrazioni domenicali prevedono, oltre alla S. Messa ed ai vespri, anche la benedizione degli argini del fiume Melezzo.