Nel 1580 la comunità di Olgia, isolata e lontana, venne separata da Re e la Chiesa, dedicata alla Visitazione della Vergine a S. Elisabetta, divenne parrocchia autonoma.
La chiesa esisteva certamente già da tempo, probabilmente come piccolo oratorio, che venne in seguito ricostruito in forme più ampie e consacrato nel 1602. Negli anni 1829 e 1856 l’edificio venne completamente restaurato ed ulteriormente ingrandito con l’aggiunta del coro e della sacrestia.
Al culmine del timpano si legge la data 1856, riferita all’ultimo restauro, e, in un tondo l’incipit del Magnificat “Magnificat anima mea dominum”, il canto di Maria legato all’episodio della Visitazione cui la chiesa è intitolata. L’alto campanile in pietra a vista si erge presso il lato settentrionale dell’edificio.
Arte
La struttura interna della chiesa ha uno schema molto semplice: una sola navata su cui si aprono due piccole cappelle e un’abside molto ampia e ariosa che racchiude l’altare maggiore. La cappella a sinistra dell’altare è dedicata alla Madonna del Rosario, mentre quella a destra al tema della Morte-Resurrezione. Quest’ultima è riccamente stuccata con rilievi che rappresentano le insegne del potere civile e di quello spirituale, sulle quali campeggia il teschio della morte, a sottolineare la fugacità della vita terrena.
Gli affreschi del presbiterio presentano momenti della vita di Elisabetta e Zaccaria (La Visitazione, La nascita di S. Giovanni Battista e L’angelo che annuncia a Elisabetta e Zaccaria la nascita del Battista). Sulla volta della cupola si trova la Vergine Assunta, mentre le volte dell’unica navata presentano altri affreschi dedicati alla Vergine: la Madonna di Loreto, la Vergine con il Bambino, e la Madonna del Sangue di Re con il ragazzino Giovanni Zuccone che lanciò la “piodella”.
Devozione
La dedicazione alla Visitazione ricorda l’episodio del Vangelo in cui l’Arcangelo Gabriele portò a Maria l’annuncio del concepimento e si congedò con queste parole: “Ed ecco, Elisabetta, la tua parente, anch’ella ha concepito un figlio nella sua vecchiaia, e questo è il sesto mese per colei che era detta sterile, poiché nulla è impossibile a Dio”. Maria, allora, s’incamminò per andare a trovare la cugina che viveva con l’anziano marito e sacerdote Zaccaria ed era in attesa di colui che sarebbe divenuto S. Giovanni Battista. Giunta sulla soglia della loro casa, Elisabetta le disse: “Benedetta sei tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno”.
La festa della Visitazione, di origine francescana (i frati minori la celebravano già nel 1263), viene celebrata ad Olgia la prima domenica di luglio.