L’Oratorio di San Bernardino è stato costruito per volere dell’omonima Confraternita, istituita a Malesco probabilmente alla fine del ‘400. Forse già in quell’epoca quindi nacque un edificio di culto dedicato al Santo, in forme più piccole dell’attuale.
Quando nel 1762 venne prolungata la chiesa parrocchiale, si dovette procedere anche ad una completa ricostruzione dell’Oratorio, cui venne mutato l’orientamento (da ovest-est a nord-sud). La ricostruzione fu attuata negli anni 1772-1777 e giunse a compimento nel 1790. Nel 1828 venne dotato di un organo fabbricato dal craveggese Domenico Zani ed altri interventi di sistemazione furono attuati nel corso dell’Ottocento, quali il pavimento a scacchiera bianco e nero, in marmo di Scaredi e pietra ollara (leuzerie) di Fondo li Ghebbi.
Arte
La struttura presenta eleganti forme tardo Barocche ed è riccamente decorata all’interno. Gli affreschi della cupola con la Gloria di San Bernardino da Siena e le Virtù Cardinali nei pennacchi sono opera del pittore Giuseppe Torricelli di Lugano (1777). La volta del coro, invece, venne affrescata nel 1787 da Carlo Giuseppe Peretti di Buttogno con putti, vasi di fiori e motivi ornamentali.
Dietro l’altare in marmi policromi si trova una grande tela ad olio di Giosuè Pollini (Malesco 1807-1882) che raffigura S. Bernardino ed ai lati si trovano i dipinti con l’Annunciazione e la Visitazione, opere di un altro pittore maleschese, Gio.Antonio Sotta. Tra le altre varie tele che ornano l’oratorio, la più notevole, donata dal cav. Giovan Maria Pollini nel 1865, raffigura la Deposizione ed è opera seicentesca dell’artista di Madrid Bartolomeo Roman.
La finestra mediana del coro in vetri colorati è opera di maestranze torinesi del 1890.
Devozione
Le Confraternite costituivano una specie di grande famiglia nella quale i vari membri si prendevano cura l’uno dell’altro. A Malesco la Confraternita di San Bernardino risulta già costituita nel 1450.
San Bernardino nacque a Massa Marittima, lo stesso giorno venne battezzato e poi, rimasto orfano, si trasferì a Siena dove frequentò gli studi. Dopo aver preso l’abito francescano a 22 anni, iniziò un’intensa attività come predicatore girando per tutta l’Italia settentrionale. La sua predicazione fu sprone di forte rinnovamento per la Chiesa cattolica e per il movimento francescano. Nel 1444, pur essendo molto malato, su invito del vescovo Agnifili, si recò a L’Aquila, per tentare di riconciliare due fazioni che in città si affrontavano apertamente. Morì il 20 maggio in questa città. Si racconta che la bara continuò a gocciolare sangue fino a quando le due fazioni non si furono riappacificate.
Fu canonizzato nel 1450 per opera di papa Niccolò V. La memoria liturgica ricorre il 20 maggio. Viene raffigurato con il saio francescano e con il monogramma di Cristo, IHS.