Dati certi sull’origine della Chiesa di Malesco non se ne possiedono, ma essa risultava già da tempo costruita nel 1192, quando i documenti attestano che aveva un proprio curato ed era già parrocchia autonoma da S. Maria Maggiore. In seguito, essendo quella primitiva chiesina troppo piccola per le esigenze della popolazione, venne ricostruita. Una prima serie di interventi documentati si colloca tra il 1642 e il 1672, con l’aggiunta delle cappelle laterali dei Morti e di S. Metrobio. La riedificazione completa fu fatta a partire dal 1705 quando il soffitto ligneo venne sostituito dalle volte in muratura e l’edificio venne prolungato verso oriente creando l’ampio presbiterio con cupola e fu aggiunta la cappella di S. Giovanni e della Madonna. Il portico che protegge la costruzione è del 1714, mentre nel 1785 venne messo in posa l’altare di marmo. Ancora nel 1793 fu realizzato da Antonio Rassiga di Crana il coro in noce. Nel 1836 fu costruita una nuova sacrestia, di fronte a quella già esistente. Nel corso dell’Ottocento proseguirono gli interventi di decoro ed abbellimento, quali la pavimentazione e la posa del grande organo (1878).
Arte
La chiesa è costituita da una sola navata rettangolare e da un presbiterio per una lunghezza di 34 metri ed è larga 9. Nella navata si aprono sei cappelle, poste tre per lato. Ai lati del presbiterio sono collocate le due sacrestie e a ovest l’edificio è protetto dalle intemperie da un porticato. Lungo le pareti laterali troviamo, alla sinistra dell’ingresso, il Battistero, la cappella di S. Metrobio (con l’urna contenente le spoglie del santo), la cappella della Madonna del Rosario; alla destra la cappella dell’Immacolata Concezione, la Cappella dei Morti, la Cappella di S. Giovanni. Nelle cappelle si trovano tele per lo più di pittori della famiglia maleschese Sotta, mentre gli affreschi sono opera dell’artista milanese Giovanni Valtorta, datati al 1864. Il medesimo pittore dipinse anche l’affresco coi SS. Pietro e Paolo sopra il portale d’ingresso. Nella navata sono presenti le formelle della Via Crucis, anch’esse eseguite da vari membri della famiglia Sotta. Sopra le porte laterali si trovano due grandi teleri seicenteschi, opera del pittore Bartolomeo Roman di Madrid, con San Gerolamo e San Giovanni Battista, donati dal Pollini nel 1857. Per quanto riguarda gli affreschi, troviamo nel coro e nel presbiterio opere del pittore milanese Pietro Molgiani del 1768: nella cupola l’incoronazione della Madonna e nei medaglioni i Quattro Evangelisti, lungo le pareti del presbiterio il martirio di San Pietro e quello di San Paolo; nel coro, la visita degli Apostoli al sepolcro di Maria Vergine, sull’ancona d’altare i due Santi, Pietro e Paolo.
Devozione
“Pietro, tu sei pietra e su questa pietra io edificherò la mia chiesa” è il celebre passo del Vangelo che sancisce il primato di Pietro sugli altri Apostoli. In realtà, il suo nome era Simone, pescatore. Alla chiamata, lasciò la famiglia e seguì Gesù. È lui che dichiarò la sua fedeltà senza dubbi e senza esitazioni e poi rinnegò Gesù nella notte dell’arresto. La tradizione vuole che Pietro sia andato a Roma e qui abbia subito il martirio, crocifisso a testa in già. L’individuazione delle sue raffigurazioni artistiche è molto semplice: chiavi del Paradiso e, a volte, il gallo e gli arnesi da pescatore. È quasi sempre rappresentato con San Paolo. “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” È il grido che segna un evento memorabile nella storia del cristianesimo. Saulo o Paolo di Tarso, il persecutore dei cristiani, incontrò Cristo sulla strada di Damasco. Paolo fu l’apostolo che ha maggiormente contribuì a diffondere la dottrina e la teologia cristologica. L’opera missionaria di Paolo fu prodigiosa: viaggi faticosissimi tra insidie di ogni genere, prigionie, persecuzioni, attentati e malattie. Dopo l’ultima prigionia a Roma, viene decapitato. La sua individuazione non è difficile: alto, barbuto, spada in una mano, nell’altra un libro.
Il 29 Giugno non è la ricorrenza del martirio contemporaneo di Pietro e Paolo, ma è una solennità di antichissima tradizione, precedente quella di Natale, che anche a Malesco viene celebrata con una grande festa.