Gagnone fosse addirittura stata fondata da S. Giulio stesso nel IV secolo d.C. In realtà i documenti storici la citano per la prima volta nel 1436. Del più antico edificio tuttavia non rimane pressoché nulla, dato che fu oggetto di un completo rifacimento agli inizi del XVIII secolo, poiché versava in condizioni di degrado. La ricostruzione terminò nel 1719.
Oggi l’oratorio è sconsacrato ed adibito a biblioteca e centro culturale, organizzato su tre piani, con volumi per la consultazione ed una ricca collezione di cartoline d’epoca della valle Vigezzo.
Arte
L’edificio ad aula unica mantiene all’interno i decori in stucco di capitelli e cornici ed, entro la volta del presbiterio, un affresco con la colomba dello Spirito Santo. Sull’arco di accesso al presbiterio si trova un cartiglio con l’iscrizione D.O.M. ac. D. Julio presbitero - 1719 (a Dio ottimo, massimo e a s. Giulio prete): la data fa riferimento al rifacimento.
Sopra l’altare in marmo è collocato un bel quadro di scuola vigezzina, nello stile di Giuseppe Mattia Borgnis, che raffigura S. Giulio (l’angelo alla sua destra gli sta mostrando il progetto della chiesa di Gagnone).
Sempre nel 1719 davanti all’oratorio fu costruito il portichetto che lo ripara dalle fredde correnti che corrono sull’asse della valle, ed in esso, si conserva l’unico resto dell’antica decorazione della facciata, una testina d’angelo o santo dipinta, databile al XV secolo posta sopra la porta d’ingresso.
Devozione
Il monaco greco Giulio, vissuto nel IV secolo, si trasferì in Italia con il fratello Giuliano e si stabilì nel novarese ove si dedicò all’evangelizzazione dei pagani ed alla costruzione di chiese, cento, secondo la leggenda. Sempre secondo la leggenda Giulio avrebbe lasciato al fratello il compito di edificare a Gozzano la novantanovesima chiesa, cercando da solo il luogo dove sarebbe sorta la centesima. Individuato nella piccola isola del lago d’Orta il luogo adatto, Giulio avrebbe steso il suo mantello sulle acque navigando su di esso. Sull’isola Giulio sconfisse i draghi e i serpenti che la popolavano, simbolo evidente della superstizione pagana, gettando le fondamenta della chiesa nello stesso punto in cui oggi si trova la basilica di San Giulio.
San Giulio, patrono dei muratori in virtù della sua attività di costruttore di chiese, è in genere raffigurato mentre naviga sul suo mantello; veniva un tempo inoltre invocato contro le infestazioni di serpenti e lupi, frequenti nelle Alpi. Si festeggia il 31 gennaio.