L’origine dell’oratorio di San Carlo di Orcesco è legata alla famiglia Adorno, originaria di Genova, da dove fu esiliata nel 1528 alla presa di potere di Andrea Doria. Nel 1618 Giovanni Antonio Adorno espresse nel suo testamento la volontà di costruire l’oratorio, intitolandolo alla Beata Vergine di Loreto, come è ricordato dalla lunga iscrizione che compare sotto l’affresco più antico oggi lungo una parete laterale, un tempo probabilmente posto presso l’altare maggiore. Questo è ritenuto da taluni un indizio del fatto che l’oratorio ha cambiato orientamento in un momento successivo, quando mutò pure la dedicazione, assumendo quella a S. Carlo Borromeo. Nel 1704 fu fatto un ulteriore piccolo ingrandimento per permettere la posa del nuovo altare ligneo dorato, opera dello scultore Fiora.
Arte
Il coro a forma semiesagonale è coperto da un catino a piccole vele. Segue un corpo rettangolare più ristretto e più basso coperto da una volta a crociera e finalmente un altro corpo simile al precedente, ma più alto.
La testimonianza artistica più antica, sebbene ritoccata ai primi del Novecento, è l’affresco sulla parete laterale che raffigura il dedicante Antonio Adorno inginocchiato di fronte alla Vergine, insieme ai SS. Antonio, Giovanni e Carlo. Nella volta sopra l’affresco c’è lo stemma adottato dagli Adorno in Valle Vigezzo, mentre sotto la cornice è posta una lunga iscrizione che ricorda il dedicante, la costruzione dell’oratorio nel 1620 e la celebrazione della prima messa nel 1621.
Al Seicento risalgono alcuni grandi quadri ad olio rappresentanti lo Sposalizio della Vergine, Sant’Antonio da Padova e la Madonna di Loreto.
Nel coro attualmente ci sono quattro nicchie con altrettante statue: la Beata Vergine Maria, Santa Rita e due di San Giovanni Bosco.
Il semplice decoro geometrico della volta è opera dei primi del Novecento dovuta al pittore intrese Achille Vagliani.
Devozione
San Carlo Borromeo, figlio di Giberto II Borromeo e Margherita Medici di Marignano, durante l’occupazione della Rocca di Arona di proprietà dei Borromeo da parte degli spagnoli, partecipò alla difesa. Quando aveva circa 12 anni gli fu affidata un’abbazia il cui reddito destinò interamente alla carità verso i poveri. Alla morte del padre gli fu richiesto dalla famiglia di prendere il controllo degli affari domestici. Nel 1563 venne ordinato sacerdote e subito dopo consacrato vescovo. Partecipò alle ultime fasi del Concilio di Trento, diventando uno dei maggiori promotori della Controriforma. Successivamente divenne arcivescovo di Milano. Morì il 3 novembre 1584 a Milano lasciando il suo patrimonio ai poveri. Fu proclamato beato nel 1602 e fu canonizzato il 1 novembre del 1610; la ricorrenza cade il giorno dopo la sua morte, il 4 novembre, ma ad Orcesco viene festeggiato nella prima domenica di agosto.