Una piazzetta che si apre nel centro storico di Cannobio a breve distanza dalla Parrocchiale di San Vittore accoglie la Chiesa di Santa Marta, edificio porticato e munito di proprio campanile a ridosso della zona absidale, che sorge presso un piccolo parco alberato dominato dalla statua di Sant’Agostino, cui la chiesa era originariamente dedicata.
Nella stessa area dove attualmente sorge la chiesa di S. Marta, esisteva un’antichissima chiesa dedicata a S. Pietro apostolo, che fu demolita per ordine dell’arcivescovo Carlo Borromeo, perché ormai in rovina. Egli affidò l’incarico di costruirne una nuova ai Confratelli di S. Marta per farne la propria sede. La nuova chiesa dedicata ai Santi Marta, Pietro apostolo e Agostino fu ultimata nel 1581 e venne consacrata nel 1641. Nel tempo venne a trovarsi nell’urgenza di nuovi interventi di manutenzione. Nel 1896 vennero rinnovate le campane e nell’anno successivo fu rifatto il pavimento e furono poste le statue di S. Pietro e di S. Paolo, che giacevano abbandonate nel solaio, sull’altare maggiore in stile barocco con dorature, angeli, ghirlande vegetali e floreali.
Arte
La chiesa presenta struttura a navata unica divisa in quattro campate con due cappelle laterali.
L’altare maggiore in legno dorato e dipinto, realizzato nel 1615 da una bottega di intagliatori milanesi, è dominato dalla pala di Camillo Procaccini con la Madonna con il Bambino venerata dai Santi Pietro, Agostino, Marta e Stefano (primo ventennio del XVII secolo). Al di sotto si trova il repositorio dell’urna che accoglie il corpo del martire S. Teodosio, opera databile attorno al 1650, attribuibile, come i due angeli cerofori laterali, all’intagliatore aronese Francesco Perella (1625-1688). Sempre alla seconda metà del XVII secolo si datano le statue lignee ai lati dell’ancona con i Santi Pietro e Paolo, della bottega di intagliatori Verga, ancora della scuola aronese.
Sulla parete del presbiterio sono collocati due quadri che raffigurano la Deposizione e l’Annunciazione.
Nella cappella settentrionale, dedicata a S. Carlo Borromeo, eretta nel 1611, all’indomani della canonizzazione, entro un’ancora schiettamente barocca in stucco di maestri luganesi si conserva un dipinto con S. Carlo con il paese di Cannobio ai piedi, dell’inizio del XVII secolo. Nella stessa cappella si trovano anche due altri quadri, uno con la Madonna del Carmelo, l’altro con S. Giovanni Battista nel deserto e due sculture lignee dei Santi Felice da Cantalice e Antonio da Padova (bottega dei Verga - XVII secolo).
Nella cappella meridionale è venerata la Madonna del Carmine, la cui raffinata scultura in legno dorato e dipinto, inserita in un prezioso baldacchino ligneo, è opera della prima metà del XVIII secolo attribuita all’intagliatore Andrea Albiolo da Bellagio (1675-1745).
Sulla tribuna, che si trova sopra il portale d’ingresso della chiesa, si trova l’organo, costruito dalla ditta Fratelli Scolari di Bolzano Novarese nel 1885.
Devozione
Santa Marta è figura evangelica cui si rifecero le confraternite laicali, quali quella istituita a Cannobio, che si proponevano il compito di aggregare i fedeli per organizzare opere di carità e animare la vita liturgica dei paesi in cui sorsero. La santa è identificabile con la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania, nella cui casa Gesù amava sostare durante la predicazione in Giudea. In occasione di una di queste visite conosciamo Marta come donna di casa, sollecita e indaffarata per accogliere degnamente il gradito ospite, mentre la sorella Maria preferisce starsene quieta in ascolto delle parole del Maestro. Marta inoltre rimproverò Gesù per non aver impedito la morte del fratello e, con l’affermazione della sua fede in Lui ne ottenne la resurrezione. Una successiva tradizione, raccolta anche dalla Legenda Aurea, vorrebbe far giungere Marta nella regione della Provenza, in compagnia di Maria e Lazzaro. Qui si sarebbe poi dedicata all’evangelizzazione delle locali popolazioni, di fronte alle quali ammansì miracolosamente, con l’acqua benedetta, un terribile drago presso la città di Tarascona. Per questo motivo, nell’arte, la sua figura è quasi sempre accompagnata da questo mitico animale e dal secchiello per l’acqua santa. Marta è anche ritratta in abiti monacali, in riferimento alla fondazione di una comunità religiosa dedita alla preghiera. L’istituzione delle confraternite ad essa dedicate ha riscattato e valorizzato la figura di questa santa concreta e fattiva, cui per la prima volta dedicarono una celebrazione liturgica i Francescani nel 1262, fissandone la festa al 29 luglio.
Info
Apertura: in occasione delle ricorrenze; in altri periodi su richiesta: parrocchia di S. Vittore di Cannobio tel. 0323 70134