Una passeggiata a piedi nei boschi del territorio detto Piaggio, un tempo punteggiato da alpeggi, partendo da Cinzago o dalla località di Casali Giazzo, estrema frazione settentrionale di Cannobio, conduce all’ampio e suggestivo complesso della chiesa di San Bartolomeo detta in Montibus, che sorge in una radura tra gli alberi di castagno in vicinanza di un torrente che un tempo alimentava dei mulini, di cui resta il ricordo in alcune macine lasciate nei pressi. La chiesa, con fronte a capanna, è preceduta da un portico sorretto da pilastri quadrangolari, dal quale si accede anche al cimitero privato, che si estende sul lato meridionale, e un piccolo edificio.
La chiesa di San Bartolomeo in Montibus, che sorge isolata a metà del percorsero tra i nuclei di Cinzago e Formine, era in origine una dipendenza della parrocchia di Sant’Agata, edificata a servizio dei nuclei rurali sparsi delle terre dette del Piaggio di dentro o ultra ponte, successivamente (1581) divenuta parrocchia autonoma e quindi, dal 1717, passata alle dipendenze della parrocchia dell’Annunciata e di San Bartolomeo.
La sua origine sembra risalire al XIII secolo, poiché viene citata negli Statuti di Cannobio di quel periodo, ma la sua consacrazione avvenne solo nel 1546 a cura di mons. Melegnano, delegato dell’arcivescovo di Milano Ippolito d’Este. Fu visitata da S. Carlo nel 1574 che permise la costituzione a parrocchia autonoma, a condizione che gli abitanti garantissero un capitale per mantenere un cappellano. L’atto di costituzione a parrocchia è del 1581. Dopo questa data venne aperta la cappella con il fonte battesimale lungo la parete settentrionale presso l’ingresso. Nel 1605 risulta eretta la massiccia torre campanaria in luogo del precedente campaniletto a vela.
Questa chiesa ha svolto funzioni parrocchiali fino al 1717, quando è stata scelta come sede parrocchiale, in sua vece, la chiesa di recente costruzione inserita nel nucleo abitato più prossimo al lago di Casali Giazzo, dalla dedicazione a San Bartolomeo prese nome la frazione cannobiese di San Bartolomeo Valmara, comune autonomo fino al 1929.
Arte
L’interno presenta pianta a croce latina. Nel presbiterio si trova una delle più significative testimonianze di pittura cinquecentesca dell’Alto Verbano. Sulla parete di fondo è affrescata la Natività con i Santi Bartolomeo e Giovanni Battista. Sulla parete meridionale, divise dall’apertura di una finestra con pregevole vetrata dipinta raffigurante S. Bartolomeo, si possono osservare le figure di San Rocco a sinistra e San Sebastiano a destra. Sulla parete settentrionale si estende la scena del Martirio di San Bartolomeo, e, in una fascia sopra la porta della sacrestia, la firma degli autori, Battista e Gerardo “Siliis”, padre e figlio, milanesi residenti ad Angera, e la data del 24 luglio 1550. Nelle vele della volta, su un cielo dal tono cupo trapunto di stelle si stagliano i Quattro Evangelisti, accompagnati dal proprio simbolo e, al centro, nella chiave di volta, un clipeo con Dio padre benedicente. Infine nel sottarco d’accesso al presbiterio si vedono le raffigurazioni di otto Profeti. Anche l’antepedium dell’altare è dipinto con un’Imago Pietatis su fondo rosso in cui Cristo è attorniato dagli strumenti della Passione.
Gli altari ricavati nei bracci del transetto sono dedicati alla Vergine con San Carlo Borromeo (destra) e a Santa Caterina (sinistra). Nella cappella già dedicata a Santa Caterina si conserva, purtroppo depredato, un tabernacolo ligneo piramidale, opera di Francesco Perella del 1671, nel vano oggi ricavato dietro l’altare sono presenti i resti di una figura ad affresco di Santa Caterina.
L’altare della Madonna del Rosario e di San Carlo reca pitture purtroppo alquanto deteriorate inserite in architetture e tendaggi a trompe-l’oeil e presenta un pregevole paliotto in tela dipinta di fattura seicentesca.
Devozione
Per la sua posizione isolata, vicino ai pascoli e agli alpeggi, la chiesa di San Bartolomeo in Montibus era particolarmente cara agli allevatori, per i quali, anticamente, si celebrava la benedizione del bestiame in occasione della ricorrenza che cade il 24 agosto. La dedicazione all’apostolo Bartolomeo è infatti fortemente legata alle attività svolte in passato dagli abitanti. La leggenda vuole che egli, andato come missionario in India e in Armenia, avrebbe colà subito un martirio tremendo, venendo scuoiato vivo. A motivo di questa morte viene raffigurato con un coltello in mano e così appare sia nell’affresco della parete di fondo, sia nella vetrata del presbiterio di questa chiesa. La grande devozione degli abitanti di questo territorio per il Santo è legata al mestiere tradizionale di cuoiai, conciatori e decoratori del cuoio, categorie professionali di cui è protettore.
Info
Apertura: in occasione della festa annuale,in altri periodi su richiesta: Santuario della SS. Pietà di Cannobio tel. 0323 71255