Parrocchiale della Vergine Annunziata e di S. Bartolomeo
Via Delle Genti Settentrionale
Parrocchiale della Vergine Annunziata e di S. Bartolomeo
Valmara - Cannobio
Storia
Risalendo dalla strada litoranea verso i nuclei abitati della frazione oggi detta San Bartolomeo Valmara, caratterizzata da piccoli insediamenti sparsi che punteggiano la costa del Lago Maggiore a nord di Cannobio, si incontra nella località Giazzo, la chiesa parrocchiale della Vergine Annunziata e di San Bartolomeo, che si presenta come un ampio edificio a navata unica con portico in facciata e campanile addossato alla parete settentrionale.
La Chiesa dell’Annunciata e di San Bartolomeo fu costruita a partire dai primi del Settecento a servizio dell’abitato di Giazzo e degli altri nuclei a lago del territorio del “Piaggio”, nei quali la popolazione si era accresciuta. Nel 1717 per volontà di don Antonio Casone, sacerdote di queste terre, vennero trasferite qui le funzioni parrocchiali, prima svolte nella chiesa di San Bartolomeo in Montibus. Egli volle inoltre risiedere in questa località. Da quel momento la chiesa venne ingrandita e abbellita, grazie alla munificenza di molti migranti del posto, che si affermarono soprattutto a Roma come imbiancatori e decoratori, costituiti nella “Societas Romae”. Nel 1722 venne consacrata e ufficialmente eretta a parrocchiale dall’arcivescovo di Milano Benedetto Odescalchi.
Arte
L’edificio, che presenta pianta a croce latina, è decorato a tempera sulle volte della navata e del presbiterio con cornici dipinte a grisailles ad imitazione degli stucchi, entro le quali si dispongono medaglioni con episodi della vita della Vergine e del Santo compatrono Bartolomeo, eseguiti nel Novecento dal pittore cannobino Enrico Mazzetta. Sulla parete di fondo del presbiterio è raffigurata un’Annunciazione datata 1947, mentre alle pareti sono appese tele settecentesche con la Natività e lo Sposalizio della Vergine.
Nei bracci del transetto si aprono due cappelle con altari gemelli in stucco con terminazione a timpano spezzato, retto da colonne con capitelli corinzi e fusto liscio dipinto a finto marmo. Quella di sinistra è dedicata alla Madonna e ospita, entro una nicchia, una statua lignea donata nel 1900 dal benefattore Francesco Buzzi, che la commissionò a una bottega di Torino. Alla parete di destra è esposta una pregevole tela settecentesca che rappresenta la Vergine col Bambino attorniata, nel registro superiore, da S. Giuseppe e S. Anna, in quello inferiore da S. Domenico e S. Antonio da Padova. La cappella di sinistra è dedicata alla Deposizione di Cristo dalla Croce, soggetto raffigurato in una grande tela, affiancato dai santi Carlo e Filippo Neri in atteggiamento di devota preghiera. Le tele vengono dette dal sacerdote Grandazzi, che scrive la sua opera a fine Settecento, opera di “buoni autori romani”, donate dai migranti.
Devozione
Oltre che a san Bartolomeo, che dà nome alla frazione e dà continuità alla devozione secolare di queste terre verso l’apostolo patrono dei cuoiai, riprendendo la dedicazione della precedente chiesa parrocchiale in Montibus, questa chiesa è dedicata alla Vergine Annunciata. La festa solenne dell’Annunciazione, quando la Vergine, come raccontato nel Vangelo di Luca (1, 26-38), ricevette dall’arcangelo Gabriele la notizia che sarebbe diventata madre del Messia, ricorre il 25 marzo e viene celebrata la seconda domenica di febbraio.