Toceno si sviluppò nei secoli in grandezza e quindi aumentarono anche i suoi abitanti, tanto che nel XVI secolo si rese necessaria l’istituzione di una parrocchia autonoma. A questo si sommava il fatto che ormai aveva preso piede il processo di indipendenza religiosa delle singole comunità. Inizialmente fu adibita a parrocchiale la chiesetta di S. Antonio da Padova, in attesa che, seguendo le indicazioni del vescovo Bascapé, fosse costruita una nuova e più ampia chiesa. La costruzione della chiesa di S. Antonio abate si concluse nel Seicento, ma già nel secolo successivo venne avviata una completa ricostruzione in forme ancor più grandiose, che si concluse nel 1806. La consacrazione fu celebrata dal cardinal Giuseppe Morozzo nel 1824.
Sul portico si affacciano due ingressi: quello della chiesa e quello del campanile. Quest’ultimo sormontato dallo stemma di Toceno e con incisa sull’architrave la data 1607, epoca in cui fu edificata la torre campanaria.
Lungo la parete meridionale si osserva infine un rudimentale altare in pietra con una croce contrassegnata dalla data 1749, ritrovata e lì posta a memoria degli antichi fondatori della chiesa dai tocenesi nel 1978.
Arte
L’interno della Chiesa è in stile neoclassico. Gli affreschi sulle pareti del presbiterio, risalenti al 1822, sono del vigezzino Lorenzo Peretti e raffigurano la “Nascita di Gesù” e l’“Adorazione dei Magi”; lo stesso pittore aveva già eseguito nel 1809 il decoro di varie cappelle e l’ancona d’altare con le “Tentazioni di Sant’Antonio”. Le vetrate del coro di scuola francese raffigurano Sant’Antonio Abate e Santa Lucia. Nella cupola è affrescata la “Gloria di Sant’Antonio”, opera di Carlo Maria Gasparoli del 1840-41.
Gli altari posti sul lato nord sono dedicati alla Vergine del Rosario, a S. Rocco e al Sacro Cuore di Gesù (questa cappella conteneva il battistero, poi spostato, e porta affrescato il battesimo di Gesù, realizzato da Lorenzo Peretti). Sul lato sud ci sono gli altari di S. Giuseppe, di San Francesco da Paola e della Madonna di Re. Le Cappelle del Rosario e di San Giuseppe si ispirano da vicino alle omonime di Santa Maria Maggiore.
Devozione
Sant’Antonio abate (Coma, Egitto 250 ca. - Tebaide 356) fu un eremita, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. Rimasto orfano prima dei vent’anni, distribuiti i propri beni ai poveri, seguì vita solitaria, vivendo in preghiera, povertà e castità.
Tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco vengono posti sotto la protezione di sant’Antonio, in onore del racconto che vedeva il santo recarsi all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori. Per questo, tra i malati che accorrevano per chiedere grazie e salute, molti erano afflitti dal male degli ardenti, conosciuto anche come fuoco di Sant’Antonio.
Sant’Antonio è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maialino: la tradizione deriva dal fatto che i suoi monaci avevano ottenuto il permesso di allevare questi animali il cui grasso era utilizzato per la cura degli ammalati colpiti dal fuoco di S. Antonio. Il 17 gennaio, ricorrenza del santo, tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la sua protezione.