La Colma di Craveggia (1635 m slm) ha sempre avuto un forte richiamo magico-spirituale sugli abitanti del posto, dimostrato dal fatto che in zona si sono rintracciati numerosi massi incisi a coppelle, incavi emisferici più o meno profondi, interpretati come simboli legati a culti naturalistici precristiani.
Con l’avvento del Cristianesimo gli antichi luoghi di culto vennero sovente risacralizzati con la costruzione di cappelle o oratori. Così si spiega la scelta della Colma per la costruzione di un oratorio dedicato al popolare santo, “eroe degli appestati”, che venne edificato nel 1847 e consacrato nel 1848, per volontà del ricco benefattore Domenico Agostino Borgnis, più noto per aver sostenuto la realizzazione del Collegio Borgnis a Craveggia e dell’annesso oratorio di S. Luigi Gonzaga.
Interventi di restauro sono stati successivamente realizzati nel 1962 e nel 1988.
Arte
La piccola architettura dell’oratorio presenta un ampio portichetto antistante, funzionale ad accogliere e dare riparo agli alpigiani che venissero sorpresi in quota dal cattivo tempo.
L’interno, semplice, ad aula unica, culmina nell’altare, sul quale campeggia una pala, incorniciata da lesene e capitelli dipinti a trompe-l’oeil, raffigurante san Rocco inginocchiato ai piedi della Madonna del Carmine col Bambino.
Il dipinto che orna l’altare, come recita l’iscrizione, è opera del 1830 del pittore craveggese Giovanni Maria Piazza.
Altre tele con la Madonna del Rosario e san Michele ornano le pareti del piccolo oratorio (oggi gli originali sono ritirati nelle Parrocchiale e sono sostituiti da copie fotografiche).
Devozione
Il nobile San Rocco (Montpellier, secolo XIV) è noto per aver donato i suoi beni ai poveri ed aver speso la sua vita in pellegrinaggio ed in aiuto dei malati di peste, morbo di cui pure egli si ammalò ed, abbandonato da tutti, fu soccorso da un cane che si occupò di lui portandogli tutti i giorni da mangiare del pane fino alla guarigione. Viene raffigurato vestito da pellegrino, con il tipico bastone, la conchiglia e le chiavi incrociate con il bubbone della peste su una coscia e il cagnolino al fianco. Si festeggia il 16 agosto, quando all’oratorio della Colma viene celebrata la messa seguita da una festa montanara.
Oltre che a S. Rocco l’oratorio è dedicato alla Madonna del Carmine, ovvero la figura della Vergine secondo l’immagine di una apparizione che ebbe il profeta Elia (IX secolo a.C.) dimorando sul monte Carmelo. Nel XII secolo alcuni pellegrini giunti su quel monte vi edificarono una cappella alla Vergine e fondarono l’ordine religioso dei carmelitani. Elemento identificativo della Madonna del Carmine, raffigurata con il Bambino in braccio emergente da una nuvola, sono gli scapolari, le caratteristiche strisce di tessuto indossate come simbolo di salvezza dall’inferno e segno di affidamento alla Vergine dai monaci carmelitani.