In un luogo di grande suggestione, presso due ponti che consentono l’attraversamento del rio Cannobino, uno medievale, in pietra, detto dell’“agostana”, e uno moderno, carrozzabile, si trova l’oratorio di Sant’Anna detto “dell’Orrido”. Qui infatti il torrente, dopo essere passato in una forra stretta e profonda, chiamata appunto Orrido, si allarga in una conca d’acqua cristallina e sempre fresca. L’Oratorio si erge alla sommità del dirupo nel punto di innesto dei due ponti alla riva e domina il paesaggio con il suo candore e con forme architettoniche eleganti, caratterizzate dal timpano a cornice spezzata e da uno slanciato campanile.
L’oratorio ingloba una preesistente cappella dedicata alla Madonna di Loreto, costruita alla fine del XV secolo e fu edificato tra il 1635 e il 1638. Risale al 1633 la petizione dei traffiumesi alla Curia milanese per essere autorizzati a costruire un oratorio che custodisse la cappella della Madonna, che era divenuta oggetto di venerazione per i miracoli che pare si fossero verificati.
La Curia incaricò l'architetto milanese Giovanni Angelo Crivelli di occuparsi del progetto, che inizialmente prevedeva una piccola costruzione che inglobasse la cappella e un campanile sulla facciata posteriore.
Già durante la costruzione ci si accorse delle dimensioni troppo ridotte. In corso d'opera venne così redatto un secondo progetto di ampliamento, di cui però non si ha traccia, che ha portato alla costruzione attuale, più ampia e con il campanile sulla facciata anteriore, ottenendo un risultato scenografico ben più imponente. Nel 1637 fu officiata la prima messa. Nel 1640 i traffiumesi chiesero permesso per officiare messa nelle cappelle laterali ormai quasi completate, grazie ad importanti donazioni dagli emigrati a Roma e Milano. L’organo fu posto nella cantoria nel 1714. Mentre le balaustre marmoree furono completate nel 1726 e nel 1728.
Arte
Nella cappella della Madonna di Loreto, lasciata in un andito collocato dietro la zona presbiteriale, si trova l’antico affresco (fine XVI-inizi XVII secolo) con la Madonna di Loreto e il Bambino, cui è stata aggiunta una figura di S. Carlo, non ancora canonizzato e quindi senza aureola.
Nell’aula di nuova costruzione con pianta a croce latina l’altare maggiore presenta un’ancona marmorea a colonne tortili ed eleganti fregi. L’opera era stata donata alla chiesa dalla Società dei Terrafiumesi in Roma, una corporazione che raccoglieva le maestranze edili del paese. Degni di nota i paliotti in scagliola dell’altare maggiore e dell’altare dello scurolo della Madonna di Loreto, entrambi pregevoli lavori dell’artista asconese Giuseppe Maria Pancaldi risalenti al XVIII secolo.
Altari ed ancone interamente marmoree adornano le cappelle laterali dedicate ai Santi Anna e Gioacchino (quella di destra) e a San Giuseppe (quella di sinistra). Nella cappella di destra si trova una tela di Carlo Francesco Nuvolone (Milano 1609-1662) con S. Anna, S. Gioacchino e la Vergine bambina; nella cappella di sinistra una tela con la Sacra Famiglia, firmata Claudio Feria e datata 1640 con dedicazione “A spese di Gio. Stefano Pinottini, figlio del fu Antonio, causidico”. Claudio Feria è un pittore lorenese attivo a Milano tra il 1640 e il 1660.
Entrambi i quadri sono di committenza privata e connotati con piccoli ritratti in basso a sinistra di bambine, forse figlie dei committenti, e da stemmi delle famiglie dedicanti.
Devozione
L’Oratorio ha una doppia dedicazione: quella a S. Anna è riferita alla nuova costruzione seicentesca e celebra la moglie di Gioacchino, madre di Maria Vergine, le cui vicende sono narrate nel testo apocrifo del Protovangelo di Giacomo. Le celebrazioni più importanti sono però celebrate in onore della Madonna di Loreto, venerata nella cappella più antica inglobata nella costruzione successiva. Si narra che nel 1898, in occasione di una grave epidemia di difterite, la popolazione di Traffiume fece voto per la cessazione del morbo di celebrare ogni anno con solennità la festa della Madonna di Loreto che, a causa del rigore invernale (10 dicembre) si tiene in questo oratorio nella quarta domenica di settembre. Alla mattina dalla chiesa parrocchiale parte la processione con la statua della Madonna; giunta nella chiesa dell’Orrido viene celebrata la messa solenne e nel pomeriggio, si tiene la processione di ritorno. Questa ricorrenza è popolarmente chiamata la Madonna dei fichi, in quanto un tempo questi frutti erano abbondantemente presenti nei cesti posti all’incanto delle offerte.