A Falmenta, il paese più popoloso del Comune di Valle Cannobina, l’imponente chiesa parrocchiale di S. Lorenzo sorge su una piazza ai margini dell’abitato, ricavata in un balcone terrazzato con ampia vista sulla vallata. La chiesa, la colonna cimiteriale e il campanile indipendente costituiscono un elegante complesso, nel quale l’edificio domina con la sua facciata schiettamente barocca, decorata da cornicioni marcapiano in stucco che la modulano in due ordini, quello inferiore scandito da quattro lesene con capitelli corinzi, quello superiore da quattro colonne a fusto liscio e al centro una nicchia con la statua del santo titolare. Nel timpano campeggia un affresco con San Lorenzo che compie azioni di carità verso i poveri.
Non si hanno notizie certe circa le origini della chiesa, ma risulta già menzionata in documenti del 1332 e del 1343, che riguardano l’elezione di un cappellano.
La chiesa venne ricostruita nel Cinquecento, demolendo il precedente edificio, e consacrata nel 1565; tuttavia, nel 1574 l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo ordinò di ampliarla e nel secolo successivo i suoi ordini furono messi in pratica con la costruzione delle cappelle laterali
Nel frattempo, nel 1569, Falmenta era stata costituita assieme a Gurro in parrocchia indipendente da Orasso, per poi diventare completamente autonoma nel 1616 con decreto dell'arcivescovo Federico Borromeo. Il campanile venne realizzato nel 1695 circa adattando una torre preesistente.
Nuove sistemazioni architettoniche vennero fatte nel 1857 e successivamente nel 1923-24.
Arte
Nell’edificio a navata unica il presbiterio è dominato dal tabernacolo ligneo piramidale dell’altare maggiore, che risulta ordinato ad Arona dagli abitanti di Falmenta nel 1673 agli “indoratori” Antonio Pino da Bellagio e Paolo Giussani di Angera, che nel 1678 lo consegnano per la festa di S. Lorenzo. Presenta sulla fronte quattro pannelli a rilievo con scene bibliche e di Martirio dei diaconi Lorenzo e Stefano, inserite entro finte cornici delimitate da colonne tortili. Vi si trovano poi scolpiti numerosi angeli e santi, l’episodio dell’Ultima Cena a tutto tondo e la Pietà sulla porticina del tabernacolo. Il paliotto d’altare è in scagliola policroma.
Nella navata si aprono sei cappelle laterali. Ai lati del presbiterio si trovano le più antiche dei primi decenni del Seicento. La più grande, sulla sinistra, dedicata alla Vergine del Rosario, del 1626, è ridondante di stucchi che la documentazione indica essere stati realizzati da Carlo Teruggi di Dumenza nel 1643. In un tripudio di elementi vegetali, l’ancona a timpano curvilineo spezzato retta da colonne con attorcigliati racemi e foglie dorate, ospita nella nicchia una statua della Madonna dei primi del Novecento. Tutto intorno si trovano medaglioni quadrangolari con i Misteri del Rosario e nelle nicchie laterali le statue dei santi Antonio da Padova e Caterina da Siena.
Sulla destra del presbiterio si trova la Cappella di S. Carlo Borromeo, con la statua del santo entro nicchia, sopra l’altare con paliotto in scagliola, contornata da una sobria ancona a colonne con timpano spezzato. Ai lati due vetrate del Novecento sono dedicate a S. Filippo Neri e S. Andrea.
Seguono, sulla sinistra, la cappella della Crocifissione, con un bel gruppo ligneo del Crocifisso con la Madonna e S. Giovanni; e infine la più recente cappella della Madonna di Lourdes.
Sulla destra la cappella centrale è dedicata alla SS. Pietà di Cannobio e propone nell’ancona architettonica un affresco dell’icona del Miracolo portata in trionfo da angeli. Infine, presso l’ingresso si trova la cappella con il fonte battesimale. La cantoria ospita un imponente organo ivi collocato nell’Ottocento.
Devozione
Lorenzo è un celebre martire di Roma, diacono di papa Sisto II, che venne ucciso il 10 agosto del 258, durante la persecuzione di Valeriano. Secondo un’antica tradizione, Lorenzo era originario della Spagna; ancora giovane, si recò a Saragozza per completare gli studi e lì conobbe il futuro papa Sisto II. Tra maestro e allievo iniziò un rapporto di reciproca stima e amicizia ed entrambi lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma. Quando Sisto fu eletto papa, affidò a Lorenzo, divenuto diacono, il compito di gestire la carità verso i bisognosi della città.
Nelle rappresentazioni artistiche è raffigurato con la dalmatica, veste liturgica dei diaconi, e con la graticola, strumento del suo martirio. Il suo corpo venne sepolto presso l’agro Verano, lungo la via Tiburtina, ove oggi sorge la basilica a lui intitolata. La festa di S. Lorenzo si celebra il 10 agosto.
Info
Apertura: apertura in occasione della messa settimanale in altri periodi su richiesta: Parrocchia di S. Vittore di Cannobio tel. 0323 70134