Nella località di Ponte, sita un tempo al confine tra la diocesi di Milano e quella di Novara, e, come dice il suo nome, presso un punto di attraversamento del rio che separa Cannero da Oggebbio, all’ingresso del piccolo e antico nucleo abitato, si trova la chiesa di S. Eurosia, dall’alta facciata con finestra a serliana e nicchie, un tempo occupate da affreschi, oggi scomparsi.
Il 3 luglio 1703 venne benedetto l’oratorio di nuova costruzione, dedicato a S. Eurosia vergine e martire. La chiesa nacque di getto, unitaria nelle dimensioni e nella decorazione: aula rettangolare e presbiterio quadrangolare, facciata con elegante serliana centrale, che richiama scelte stilistiche dei Beretta da Brissago.
Arte
All’interno l’altare con paliotto in scagliola policroma, che raffigura nel medaglione centrale la santa titolare, è sovrastato da una nicchia che ospita una bella statua lignea di S. Eurosia con la palma del martirio.
Devozione
L’introduzione nel Verbano della poco comune devozione verso S. Eurosia di Jaca è dovuta ai Borromeo e risale al periodo di dominazione spagnola sul Ducato di Milano. La santa, invocata per la pioggia e contro le tempeste, rimanda all’ambiente rurale cannerese. La leggenda vuole che Eurosia, vissuta nel IX secolo, fosse una giovane principessa boema, fervente cristiana, che, mandata in sposa al conte d’Aragona, che doveva incontrare a Jaca, durante il viaggio sui Pirenei fu imprigionata da un bandito saraceno, il quale, non riuscendo a sedurla, la torturò con il taglio di mani e piedi. Le preghiere della giovane fecero cadere un fulmine nel luogo dove si trovava, che mise in fuga alcuni assalitori, ma il loro capo preso da rabbia infierì nuovamente sulla ragazza, decapitandola. In quel momento si scatenò una tempesta e si udì una voce che dichiarava che a Lei sarebbe stato dato il dono di placare le tempeste, se invocata.
Trovate miracolosamente le sue spoglie due anni dopo la sua uccisione, venne canonizzata a Jaca il 25 giugno, giorno in cui viene festeggiata anche a Ponte.
Info
Apertura: solitamente chiusa, l’interno può essere visto dalle finestre devozionali in facciata.