Lo splendido balcone panoramico che sorge nel centro di Trarego accoglie la chiesa di S. Martino, cui si accede tramite una scenografica scalinata affiancata da tigli secolari. Anche la facciata dell’edificio è monumentale, nella sua forma rinascimentale, caratterizzata dalla tripartizione del timpano, che prelude alla suddivisione interna in tre navate e dall’ampio portico con arco centrale, separato da due segmenti con architravi rettilinei, da altri due fornici a tutto sesto, il tutto sorretto da sei colonne tuscaniche in granito.
La prima menzione di un edificio dedicato a San Martino a Trarego risale al 1307. Nel 1356 avviene una prima consacrazione e nel 1571 una seconda sotto il titolo dei santi Martino e Materno.
La parrocchialità autonoma, con il distacco da Cannobio, fu conseguita tra XIV e XVI secolo, ma non si dispone del vero e proprio atto di separazione. Non sappiamo a cosa si riferisca la data 1510 che si legge su una formella in marmo con stemma murata nel sottotetto della parete settentrionale.
L’edificio fu interessato da lavori di ampliamento tra il 1574 e il 1578, quando viene allungata e munita di tre porte. I lavori più importanti, che portano la chiesa alle dimensioni e all’aspetto attuale, vengono però eseguiti tra il 1635 e il 1639, per impulso del parroco Pugnetti. La chiesa totalmente ricostruita è a tre navate e munita di sacrestia. Nel 1655 è completato il portico. Nel 1745 risulta collocato anche l’organo.
Nel 1783 un gruppo di trareghesi emigrati a Torino vinse un consistente premio alla lotteria nazionale (30.000 lire di Piemonte), di cui una parte (23.500 lire di Piemonte) fu destinata alla costruzione del campanile. Il campanile settecentesco dovette essere abbattuto per motivi di sicurezza nel 1967 e venne ricostruito solo nel 2000 ad opera del parroco Don Eraldo De Agostini, su progetto dell’architetto Pierluigi Chiovini che riprese il più fedelmente possibile le forme originali.
Arte
Nel presbiterio si trovano un altare e balaustre marmoree allestiti nel 1783-85. Sia l’altare sia la relativa pala, che raffigura la Madonna con il Bambino, S. Teresa d’Avila e S. Giuseppe furono acquistati dai trareghesi presso le monache carmelitane di Angera, dopo la soppressione del locale monastero. Le balaustre vennero invece commissionate a Carlo Giuseppe Bernascone di Ligornetto (Mendrisio) negli stessi anni.
Sulle pareti del presbiterio si trovano due tele databili di primo Seicento: il Sogno di San Martino e i Santi Materno e Lorenzo di autore ignoto e S. Martino che dona il mantello a un povero, opera di Giovan Pietro Gnocchi (Milano 1550-inizio Seicento).
Nella volta del presbiterio si trovano affreschi ottocenteschi che raffigurano, entro cornici a grisaille, al centro il Padre eterno, nelle vele gli Evangelisti, nella semicupola del catino absidale i due santi titolari, Martino e Materno. Non è noto l’autore.
Lungo la navata di sinistra (settentrionale) si trova la cappella del battistero, che risulta collocata qui nel 1578, sebbene oggi il fonte battesimale scolpito in marmo rosa, sia stato trasportato nella navata di destra. Si incontra poi la cappella della Madonna di Loreto, edificata nel 1922, dove è collocata un’antica statua della Vergine del XVI secolo, proveniente dall’altare della Madonna della Cintura, ivi sostituita nel 1746. In capo alla navata viene realizzato nel 1640 l’altare di San Carlo Borromeo con paliotto in scagliola e statua lignea del santo titolare, attribuita alla bottega di intagliatori aronesi Verga.
Sempre nel 1640 viene realizzato in capo alla navata meridionale l’altare della Madonna di Loreto, in seguito intitolato alla Madonna della Cintura, per il quale nel 1746 viene realizzata da Giovanni Maria Franzosino di Intra una nuova statua, che è quella che ancora oggi si può apprezzare.
Nel 1922 vengono collocate ai lati dell’arco di accesso al presbiterio le statue del Sacro Cuore di Gesù e di Maria, un San Giuseppe posto nella cappella della Madonna di Loreto e un Sant’Antonio da Padova posto nella cappella di San Carlo.
Negli anni 1930 vengono collocate le vetrate delle navate con S. Pietro, S. Teresina del Bambin Gesù, l’Annunciazione e la Sacra Famiglia. Mentre nel 1987 vengono collocate nel presbiterio vetrate con la Madonna, S. Agostino e S. Martino.
Devozione
Martino di Tours (316-397) è stato un vescovo e militare romano. Originario della Pannonia, nell’odierna Ungheria, esercitò il suo ministero nella Gallia del tardo impero romano e fu vescovo di Tours. Tra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa cattolica, la sua ricorrenza si celebra l’11 novembre. Quando, giovane soldato, aveva il compito di fare la ronda di notte e l'ispezione dei posti di guardia, avvenne l’episodio che gli cambiò la vita e che ancora oggi è quello più ricordato e immortalato dall’iconografia. Nel rigido inverno del 335 incontrò infatti un mendicante seminudo: vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con lui. La scena è proposta nella chiesa di Trarego sia in una delle grandi tele seicentesche del presbiterio, sia nel mosaico contemporaneo di Bruno Polver (Novara 1942-2017), collocato sulla parete della navata meridionale.