Nel nucleo dell’antica Canore, lungo una delle vie che conducono al lago e alla zona del vecchio porto, si trova l’oratorio di San Rocco con forme architettoniche tardo rinascimentali, caratterizzato da un’ampia finestra semicircolare in facciate e campanile a vela sul tetto.
Nel 1517 viene registrata la consacrazione della chiesa di San Rocco a Cannero. Si tratta di un edificio forse risalente al Quattrocento, costruito a seguito di un’ondata di peste, forse quella che flagellò il Verbano nel 1496. La prima descrizione è in una visita pastorale nel 1567, quando se ne osserva l’anomalo orientamento a sud, condizionato dall’urbanistica del borgo.
La chiesa sorse di getto, unitaria nel progetto e nella realizzazione, secondo uno schema elementare: aula unica rettangolare con presbiterio quadrato. Attorno al 1605 fu costruita la cantoria in facciata.
Entro il 1683 risulta realizzato il soffitto a volta in muratura al posto del precedente in legno e viene aperta in facciata una grande finestra a lunetta tripartita. L’altare maggiore fu collocato dopo il 1786 ed è opera di maestranze di Viggiù.
Arte
Nella nicchia marmorea dell’altare si trova la scultura lignea di S. Rocco di tardo Seicento.
Gli affreschi, realizzati da Francesco Mazzucchi nel 1950, propongono sull’arco trionfale la figura di S. Rocco in atto di soccorrere gli appestati; nel presbiterio due medaglioni a fianco della statua del santo titolare, uno con S. Anna e Maria bambina, l’altro con S. Lorenzo martire.
Devozione
La chiesa è dedicata al santo e taumaturgo francese nato a Montpellier, vissuto e morto in Italia, che si festeggia il 16 agosto. San Rocco, rimasto orfano, lasciò i suoi averi per vivere da eremita. Durante il ritorno da un pellegrinaggio a Roma, per venerare le tombe degli Apostoli Paolo e Pietro, allo scoppio di un’epidemia di peste si dedicò alla cura dei malati, senza temere il contagio. Contratta anch’egli la malattia, si ritirò in solitudine sulle rive del Po presso Piacenza. Guarito grazie all’intervento di un Angelo, ritornò a viaggiare per curare altri appestati. Giunto nei pressi di Voghera, venne scambiato per una spia e rinchiuso in carcere dove morì il 16 agosto 1376; successivamente le sue reliquie vennero trasferite a Venezia, dove si venerano nella chiesa a lui intitolata. Invocato nelle campagne contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali, il suo culto si diffuse straordinariamente nell’Italia del Nord, anche a motivo del suo ruolo di protettore contro la peste.