Presso il cimitero di Viggiona, raggiungibile a piedi dal paese, seguendo il percorso di una Via Crucis con piloni votivi edificati nel 1753 e ridecorati nel 1967 da allievi dell’Accademia d’Arte di Stoccarda su disegno del prof. Rudolf Yelin, sorge l’antica chiesa di San Maurizio detta Vecchia, in contrapposizione all’attuale chiesa parrocchiale di San Maurizio in centro paese. L’edificio, proclamato Monumento Nazionale nel 1908, presenta forme architettoniche tardo romaniche, con successivi ampliamenti cinquecenteschi e seicenteschi.
Non più adibita al culto, poiché le funzioni parrocchiali passarono alla chiesa Nuova, dalla seconda metà dell’Ottocento venne rivendicata in proprietà dal Comune in quanto rientrante nel perimetro del cimitero comunale, benedetto nel 1837. L’edificio, che negli ultimi anni versava in un grave stato di degrado con problemi statici al tetto, dal 2019 è interessato da un imponente cantiere di restauro coordinato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli.
Nel suo aspetto attuale, la chiesa di San Maurizio si presenta con un impianto a tre navate, scandite da pilastri cruciformi. Al termine della navata centrale vi è un presbiterio a terminazione rettilinea, affiancato da una sacrestia a pianta quadrangolare. La facciata è a capanna e vi si aprivano tre portali, uno centrale e due laterali; questi ultimi sono ora tamponati. Non è presente una torre campanaria ma solo un campanile a vela sul colmo del tetto.
Il paramento murario della chiesa permette di individuare almeno tre fasi costruttive, databili attraverso l’analisi stilistica e la documentazione storica tra il XIII e la metà del XVII secolo.
Pur nell’assenza di documenti che comprovino la data di fondazione è da presumere che il nucleo originario possa risalire ad età tardo-romanica (XII-inizi XIII secolo), poiché la chiesa viene citata per la prima volta come “Ecclesia sancti Mauritii de loco Vigiona” nel Liber Notitiae sanctorum Mediolani, un elenco di chiese della Diocesi di Milano, redatto alla fine del XIII secolo. La chiesa di Viggiona era, a quei tempi, una cappella dipendente dalla pieve di San Vittore di Cannobio, inserita, appunto, nella Diocesi di Milano. Una successiva citazione dell’edificio è del 1297: nel testamento di una viggionese, tale Garitia, viene stabilito un lascito in perpetuo ogni anno di olio per l’illuminazione della chiesa.
La struttura più antica, di cui resta ben visibile in esterno la parete di fondo, doveva essere ad aula unica con pianta rettangolare. La zona absidale, a volta, era affrescata e caratterizzata dalla presenza di una monofora strombata centrale in marmo. In un secondo momento la finestra venne chiusa e l’aula dell’edificio un poco ingrandita, come si legge nella stratigrafia muraria del retro della chiesa. Si ha poi notizia dai documenti e da un’iscrizione di una consacrazione nel 1492 da parte di Giacomo de Violis, vescovo di Laodicea. Nel 1498 venne riconosciuta come parrocchia autonoma.
Fino alla prima metà del Cinquecento l’edificio sembra non aver subito modifiche, rimanendo ad una navata, così infatti lo ricordano gli atti della visita pastorale del 1557. Di questo edificio gli scavi archeologici del 2023 hanno messo in luce i muri perimetrali.
Nel 1578 viene avviato un ambizioso progetto di ampliamento, che i documenti dichiarano completato nel 1592. Nelle descrizioni della visita pastorale del cardinal Federico Borromeno nel 1605 troviamo la chiesa ampliata a tre navate, concluse da absidi con i rispettivi altari come è oggi.
Nel 1635 viene realizzato il portico in facciata.
Dalla fine del Seicento cessarono gli interventi sulla chiesa vecchia, che fu progressivamente abbandonata. Già alla fine del XVIII secolo si rese necessario l’intervento di chiusura delle porte laterali, probabilmente per ovviare a problemi statici e di umidità.
Arte
L’affresco della Crocifissione che domina la zona presbiteriale propone la figura del Crocifisso con ai lati angeli che ne raccolgono il sangue entro coppe, al di sotto compaiono a destra un Santo Vescovo, da identificare con San Martino, titolare della chiesa insieme a San Maurizio, e un’altra figura, forse San Giovanni, mentre sul lato sinistro le figure non sono più leggibili.
Per la figura del Cristo sono state riconosciute forti analogie con quella rappresentata sulla controfacciata della chiesa di San Gottardo a Carmine, datata al 1430, e quindi si ipotizza che l’artista sia lo stesso, così come il periodo di esecuzione. Degli affreschi più antichi, del XIII-XIV secolo, si osservano alcune tracce sulla parete di fondo del presbiterio al di sotto della Crocifissione e nella strombatura della monofora.
In capo alle navate si trovano due altari contrassegnati dalla data 1655, relativa alla loro consacrazione. Oggi completamente spogli, un tempo ospitavano le figure della Madonna del Rosario, in quello settentrionale, e dei SS. Carlo, Rocco e Sebastiano, in quello meridionale.
Nella cappella del Battistero, costruita nel 1605, si conservano invece le pitture ad affresco eseguite dal pittore Antonio Pavese nel 1611-12, che vi rappresentò la Circoncisione e il Battesimo di Gesù sulle pareti, il Padre Eterno e angeli nella volta.
Ai primi decenni del Seicento sono riconducibili anche i decori a stucco sull’arco trionfale e sulla volta del presbiterio: i primi propongono attorno al cartiglio centrale le figure allegoriche di due virtù teologali, la Fede (con calice) e la Speranza (con ancora) e putti in drappeggi svolazzanti; i secondi frutti, motivi vegetali, cariatidi e putti, in una composizione che, stilisticamente, sembra inserirsi nel lavoro dei maestri luganesi.
Devozione
Per la chiesa di Viggiona è menzionata nei documenti sia la dedicazione a S. Maurizio e compagni, sia, in qualche caso, quella a San Martino. Prevalse in seguito la sola dedicazione al santo martire della legione Tebea, Maurizio, poi trasferita alla Chiesa Nuova.
La figura di S. Martino tuttavia è l’unica che si riconosce in un frammento di affresco presente dietro l’altare. Martino di Tours (316-397) è stato un vescovo e militare romano. Originario della Pannonia, nell’odierna Ungheria, esercitò il suo ministero nella Gallia del tardo impero romano e fu vescovo di Tours. È stato il primo santo non martire a essere venerato dalla Chiesa, la sua ricorrenza si celebra l’11 novembre.
Info
Apertura: su richiesta al Comune di Trarego Viggiona tel. 0323 797886