Sopra Ronco di Ghiffa, in un poggio del monte Cargiago con ampia vista sul lago, si inserisce il complesso del Sacro Monte della SS. Trinità, edificato a partire da una chiesa preesistente con l’erezione di cappelle, si presume in omaggio al tema trinitaria, dedicate rispettivamente all’Incoronata (1647), al Battesimo di Gesù (1659) e all’apparizione di tre angeli ad Abramo (1703-1722). La scelta di quel luogo per l’erezione di un Sacro Monte, così come la dedicazione, fu determinata dalla presenza fin da età romanica di una chiesetta con annessa cappella dedicata appunto alla Trinità.
Le forme architettoniche del Santuario sono quelle consuete per quest’area a partire dalla fine del Cinquecento: un edificio con portico a serliana che sorreggere un vano soprastante e con facciata definita da cornici e lesene con una finestra quadrangolare al centro; in una vano addossato alla parete settentrionale si osservano elementi di reimpiego dalla primitiva chiesetta romanica.
Il Santuario della SS. Trinità di Ghiffa sorge sul luogo in cui gli scavi archeologici condotti nel 1993 hanno messo in luce le fondazioni di una precedente chiesetta, che si ritiene risalire al XII secolo e che doveva presentarsi in stile romanico. Tale luogo di culto è citato per la prima volta in un contratto di locazione del 1220, con cui i canonici della Pieve di Intra, proprietari del bosco attorno in località Ronco, lo affittano a un tale Giacomo di Ghiffa.
Circa la dedicazione originaria dell’oratorio non esistono attualmente notizie, mentre, in merito alle sue forme, gli scavi hanno messo in luce tratti murari di un edificio a navata unica con abside semicircolare. Le visite pastorali ci parlano inoltre di una cappella davanti all’ingresso della chiesetta, contenente un affresco della SS. Trinità.
L’attuale santuario venne costruito a partire dal 1605, inglobando la cappella della Trinità e l’ingombro della chiesa romanica in un unico edificio, il cui cantiere giunse a conclusione attorno al 1617. Tra il 1646 e il 1659 è stata edificata l’attuale torre campanaria sul lato meridionale del presbiterio, mentre il portico e la camera superiore furono aggiunti in seguito e risultano presenti nella descrizione offerta dalla visita pastorale del vescovo Ignazio Rovero del 1752.
Arte
Lungo la parete settentrionale, nella prima campata, si trova l’antico affresco risalente alla seconda metà del XVI secolo con la SS. Trinità a tre figure uguali sedute a una mensa, al di sotto di esse il velo della Veronica, mentre nel registro superiore è rappresentata la Crocifissione. Tutto l’insieme pare riconducibile a un’unica mano, mentre il decoro a stucco di sapore manierista, attribuibile a maestranze luganesi, è frutto della sistemazione avvenuta tra il 1630 e il 1640, dopo che la cappella era stata inclusa nel Santuario. Ai lati dell’altare due statue recenti dei SS. Pietro e Paolo sostituiscono le originali e perdute sculture lignee.
Alla metà del Seicento e alla mano di Luigi Reali sono invece da ascrivere i quadri laterali che riprendono i temi delle prime due cappelle del Sacro Monte: l’Incoronazionedella Vergine e il Battesimo di Gesù, come pure la Natività e la Resurrezione del sottarco, benché alterate da successive ridipinture.
Anche l’altare maggiore è caratterizzato da un’imponente cornice a stucco, con terminazione a frontone spezzato in cui si inseriscono sculture di angeli musicanti, di gusto però più arcaico e rinascimentale, quindi un poco precedente a quella dell’altare della Trinità, e attribuibile a maestranze differenti, che agirono in sinergia con il pittore Camillo Procaccini (1561-1629), che dipinse la pala con l’Incoronazione della Verginecon i santi Maurizio, Bernardino, Gaudenzio e Carlo Borromeo, attorno al 1615.
Devozione
Malgrado il precoce riconoscimento del dogma della Trinità nel IV secolo, per lungo tempo la Chiesa non celebrò nessuna ricorrenza specifica. Sarà solo papa Giovanni XXII, nella prima metà del Trecento, a sancire con un decreto la celebrazione della festa della Santissima Trinità nella prima domenica dopo Pentecoste.
La cappella di Ghiffa, almeno dalla fine del Quattrocento, risulta aver attirato un grande concorso di fedeli per la ricorrenza, tanto da richiedere di essere ampliata. Le visite pastorali descrivono inoltre l’usanza di donare ex voto in cera raffiguranti la Trinità, che venivano generalmente fusi per farne candele, ma di cui due sono ancora conservati presso il Santuario. Con l’edificazione del Sacro Monte il luogo diviene ancor più frequentato e meta di pellegrinaggi dai paesi vicini e, via lago, da quelli della sponda lombarda. Nel 1710 il Vagliano ci informa che “dal lago nella terra di Ghiffa sbarcano turme divote per ascendere al Sacro Monte della SS. Trinità che si rende famoso per li continui miracoli”. Tracce tangibili della devozione specifica verso la Trinità di Ghiffa si osservano nei numerosi dipinti devozionali dell’antica immagine delle Tre Persone nei paesi del Verbano e delle Valli Intrasche.
Presso la SS. Trinità di Ghiffa, oltre alla ricorrenza, si tiene una solenne processione per la Domenica delle Palme, dalla Cappella di Abramo al Santuario.