Nella frazione a lago di Ressiga si trova, proprio lungo la strada, l’oratorio di Sant’Antonio da Padova, con forme architettoniche di gusto barocco, nella linea curva del frontone e della finestra a lunetta in facciata. Presso la facciata si imposta sul tetto anche il campaniletto a vela.
La frazione di Ressiga deve il suo nome alla presenza di una sega ad acqua attestata almeno dal 1600, in seguito al suo posto sorse una macina per il quarzo della vetreria Franzosini. Forse in concomitanza dello sviluppo di questo piccolo insediamento produttivo presso il torrente che si immette nel lago venne costruito il luogo di preghiera dedicato a Sant’Antonio da Padova. Il piccolo oratorio è presente nella mappa del catasto teresiano del 1722, inserito tra le case ed affacciato a lago. Dal 1860 circa, con la costruzione della strada litoranea, l’edificio è venuto a trovarsi separato dal lago.
Arte
Nella piccola aula con pareti imbiancate lo sguardo converge verso il presbiterio, a pianta quadrangolare, con copertura a crociera, che accoglie sopra l’altare una nicchia contornata da foglie d’acanto in stucco con la statua seicentesca di S. Antonio da Padova. Completano l’allestimento dell’altare a muro due reliquari lignei con resti dei SS. Optato e Felicissima. Lungo le pareti si conserva una tela seicentesca che ripropone il santo titolare, cui il Bambino, che si erge sul Vangelo aperto, accarezza con una mano il viso, mentre con l’altra indica il Cielo, attribuibile a Luigi Reali.
Devozione
S. Antonio da Padova nacque a Lisbona nel 1195. Già monaco agostiniano, assistendo all’arrivo delle salme di alcuni frati francescani martirizzati in Marocco, entrò fra i seguaci del Poverello di Assisi che poté incontrare nel 1221; Francesco, ammirato della sua dottrina, lo chiamò “il mio vescovo”. La sua fama di santità e la forza di convinzione della sua predicazione lo spinsero a spostarsi in tutta Italia, mentre si diffondeva notizia dei suoi miracoli. La Chiesa nella persona del papa Gregorio IX, in considerazione della mole di miracoli attribuitagli, lo canonizzò dopo solo un anno dalla morte avvenuta a Padova nel 1231.
Viene raffigurato con il saio francescano e, sovente, anche con un libro tra le mani, segno della sua dottrina, o con il Bambino in braccio. Si festeggia il 13 giugno.
Info
Apertura: solitamente chiusa, apertura da richiedere alla parrocchia di Oggebbio tel. 0323 48168