Il villaggio di Deccio, citato per la prima volta su un documento del 1095 e ancora nel 1125 come parte della Degagna di San Maurizio della Costa, si colloca a mezza costa lungo la via delle Genti all’estremità settentrionale del territorio di Ghiffa in posizione panoramica verso il lago Maggiore. Lungo la viabilità che attraversa il paese è posta la chiesa di S. Tommaso, dalle lineari forme architettoniche con tetto a capanna, facciata delimitata da lesene, timpano incorniciato e campanile inserito nella falda settentrionale del tetto.
In assenza di documentazione, è possibile ricavare una data di costruzione dell’oratorio di San Tommaso a Deccio dall’iscrizione scolpita sull’architrave del portale di ingresso che reca la data 1655. Esso viene inoltre menzionato per la prima volta nello status animarum parrocchiale del 1662. In facciata una lapide posta nel 1899 ricorda il lascito testamentario di Tomaso Perelli Ercolini in memoria della moglie Maria Brocca di un’importante somma a favore dei poveri di Deccio e per la celebrazione delle messe festive nell’oratorio.
Arte
In facciata si osserva sopra il portale un affresco con la Vergine assunta nella parte superiore, mentre quella inferiore non è più leggibile. L’interno a navata unica è stato completamente ridecorato nel Novecento. Presso l’altare maggiore una nicchia accoglie la statua della Madonna Immacolata. Nella lunetta del presbiterio si trova un dipinto del 1967 con Cristo e S. Tommaso firmato Nino Meloni. Sulla parete sinistra della navata tela con firma G. Rota e data 1962 raffigura la Vergine Assunta, ai piedi S. Tommaso con gli strumenti del muratore, S. Giuseppe e S. Bernardino da Siena.
Accanto alla chiesa un’inusuale cappella ottocentesca con decorazioni in terracotta unite a scarti di vetro richiama l’antica attività estrattiva praticata a Deccio di quarzo che veniva trasportato via lago alle vetrerie Franzosini di Intra per essere utilizzato nella produzione vetraria.
Devozione
Tommaso, detto Didimo (gemello), è uno dei dodici apostoli di Gesù. È noto principalmente per essere il protagonista di un episodio, attestato dal solo Vangelo secondo Giovanni, in cui prima dubitò della risurrezione di Gesù e poi lo riconobbe, toccando con mano le sue ferite.
Secondo alcuni racconti tradizionali, si spinse a predicare il Vangelo fuori dei confini dell'Impero romano, in Persia e in India, dove fondò la prima comunità cristiana. Per essere qui stato incaricato di costruire un palazzo per il re, gli viene riconosciuto il patronato su architetti, geometri, carpentieri e muratori e viene raffigurato con l’attributo della squadra. Subì il martirio in quella lontana terra, ma le sue reliquie, trasferite dapprima a Edessa in Turchia, poi sull’isola greca di Kios, sono oggi venerate nella cattedrale di Ortona; la sua ricorrenza è il 3 luglio.
Info
Apertura: in occasione della ricorrenza annuale; in altri periodi su richiesta: info@parrocchiaghiffa.org - tel. 0323 59189