La chiesa si trova in collina sullo scoglio della Solitudine all’estremità meridionale del Comune di Oggebbio, circondata da prati e frutteti sul limite di una terrazza con un’ampia visuale sull’Alto Verbano. L’edificio, isolato dal centro abitato che sorge a qualche centinaio di metri alle sue spalle, si presenta come un rustico impianto in pietra a vista.
La chiesa di S. Agata risale ed epoca romanica, ma le forme attuali sono frutto di lunghe e complesse vicende. Un arcaico edificio medievale venne incorporato nel XIV secolo in un primo ampliamento da cui scaturì una chiesa orientata e posta in relazione all’antica viabilità, con la facciata a monte. Fino almeno al 1761 l’impianto del piccolo oratorio non è mai variato, fatta eccezione per l’aggiunta della sacrestia sul lato meridionale.
In un momento imprecisato tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo l’edificio venne ampliato, abbattendo l’antica facciata e capovolgendo l’orientamento per aggiungere un’abside poligonale. Inoltre la navata dotata di una copertura a volte, mediante l’aggiunta di arcate trasversali a sesto acuto di gusto neogotico, che richiesero la costruzione lungo i perimetrali esterni di contrafforti in appoggio. Nel corso dell’Ottocento, tuttavia, la chiesa andò incontrò all’abbandono, tanto che il 6 luglio 1884 un decreto del vescovo di Novara ordinava di non celebrare più la santa messa, finché non fosse “decentemente riparata”. I lavori tardarono e l’11 dicembre 1922 un incendio provocò il crollo del tetto e del campanile. Per l’avvio dei restauri si dovette attendere il 1967 quando, per volontà del parroco don Giuseppe Soldani, furono ripristinate le coperture voltate, risanato il presbiterio, consolidate le murature e realizzata la nuova facciata verso il lago con la ripresa del motivo decorativo originale ad arcate cieche. Nel 1974, infine, sul fianco meridionale della chiesa venne costruito un nuovo campanile riprendendo le forme di quello antico.
Arte
L’interno ad unica navata scandita in tre campate dalle grandi arcate neogotiche a sesto acuto, che lasciano visibile il soffitto a capriate lignee, si presenta spoglio e austero. Unici elementi figurati sono il crocifisso ligneo appeso alla volta del presbiterio e la statua di Sant’Agata in una nicchia sulla parete di fondo dello stesso.
Lungo le pareti della navata foto d’epoca ricordano lo stato di rudere in cui si trovava la chiesa e ne testimoniano il restauro; del campanile crollato è conservata una campana.
Devozione
Verso una datazione quantomeno altomedievale della chiesa di Novaglio farebbe propendere anche la dedicazione a Sant’Agata, particolarmente venerata tra i Longobardi.
Sant’Agata (Catania, 229-251) fu una giovane cristiana martirizzata durante le persecuzioni sotto l’imperatore Decio. Secondo la leggenda, il proconsole di Catania Quinziano si sarebbe invaghito delle vergine consacrata, ma, non essendo riuscito nell’intento di sedurla, approfittando degli editti imperiali contro i Cristiani, la sottopose a torture fino a toglierle la vita. Tra le sevizie subite, il taglio dei seni è quella che ha connotato l’iconografia della santa, sovente accompagnata da un piattino in cui sono esposti. La ricorrenza è fissata al 5 febbraio.
Info
Apertura: in occasione della ricorrenza annuale; in altri periodi su richiesta: parrocchia di Oggebbio tel. 0323 48168