Su un balcone terrazzato vista lago della più alta frazione di Oggebbio, Barbè, anticamente detta Barberio o Barbero, sorge l’Oratorio di San Bernardo, piccola chiesetta con facciata semplice, mossa da una finestra semilunata al centro e due finestrelle devozionali ai lati del portone d’ingresso; campanile impostato sulla falda meridionale del tetto.
L’oratorio di Barbè è citato per la prima volta come cappella dipendente dalla chiesa di S. Pietro di Oggebbio, con l’intitolazione a san Zenone, nella visita pastorale del 1590.
In seguito la dedicazione viene mutata, presumibilmente già nel Seicento. Nel 1892 viene rinnovato il campanile con la nuova campana realizzata dalla ditta Mazzola di Valduggia.
Nel Novecento l’edificio viene completamente ridipinto, sia negli interni che all’esterno.
Arte
L’interno a navata unica, ridipinto nel Novecento, presenta pittura monocroma nei toni del marrone e dell’arancio con fasce a quadri bianchi e beige, nelle volte simboli sacri entro cornici a stucco.
L’antico altare è stato completamente smantellato e del decoro antico resta come unica traccia la pala entro cornice a stucco che, pur pesantemente ridipinta, è presumibilmente seicentesca. Essa raffigura S. Bernardo che sconfigge il demonio, posto ai suoi piedi e rappresentato come essere antropomorfo con coda di serpente. Ai lati due angioletti reggono la tiara vescovile e il pastorale del santo.
Devozione
L’oratorio di Barbè era anticamente dedicato a S. Zeno, presule di origine africana, dal 362 al 372 fu vescovo di Verona, dove fondò la prima chiesa. Dovette confrontarsi con il paganesimo e l’arianesimo, che confutò nei suoi discorsi e nei suoi scritti. In ricordo del fatto che era solito pescare in riva all’Adige e, durante un momento di pesca, avrebbe compiuto un miracolo salvando un contadino trascinato dalla corrente del fiume, è considerato patrono dei pescatori d’acqua dolce.
L’attuale dedicazione è a S. Bernardo d’Aosta o da Mentone (Savoia inizi XI secolo-Novara 1081), arcidiacono della cattedrale di Aosta, ricordato per l’opera di evangelizzazione delle Alpi. Fondò un monastero e annesso ospizio al passo del Gran San Bernardo, sacralizzando luoghi di culto prima pagani. Quest’opera viene simboleggiata nell’iconografia che lo rappresenta nell’atto di incatenare il demonio, come si vede nella pala di Barbè. Dal 1923 è considerato patrono di alpinisti e scalatori. La ricorrenza è il 15 giugno.